"La natura, si dice, ha dato a ciascuno di noi due orecchie ma una lingua sola, perchè siamo tenuti ad ascoltare più che a parlare"
(Plutarco, L'arte di ascoltare, I sec.)
L’ascolto costituisce uno
degli elementi centrali della psicologia e delle interazioni sociali che
quotidianamente viviamo con gli altri. “Ascoltare” è comunque ben diverso dal “sentire”,
anche se spesso questi termini sono utilizzati come sinonimi. Il sentire è un
processo sensoriale, mente ascoltare è un complesso processo psicologico che
implica l’essere attenti e sensibili verso l’altro e verso il messaggio che
questo intende comunicarci, andando ben oltre il semplice interessamento verso
lo stesso.
Nella relazione psicologica, l’ascolto
rappresenta lo strumento attraverso il quale si realizza la relazione d’aiuto, poiché
permette la costruzione di un legame di rispetto, di fiducia e di comprensione
tra le persone coinvolte, capace di generare benefici a livello di riduzione
dell’ansia, di aumento di autostima, fiducia nell’altro e in sè stessi.
Oltre ad essere una condizione
cognitiva, ascoltare è anche - e forse soprattutto - una condizione emotiva di
accoglienza dell’alterità, poiché implica disponibilità verso l’altro e verso
il riconoscimento degli stati emotivi propri ed altrui, antecedenti o derivati
dalla relazione in atto.
In ambito psicologico l’ascolto
si pone nei termini di “ascolto attivo ed empatico”, ovvero un processo di
ascolto che comprende la capacità dell’interlocutore di mettersi nei panni dell’altro,
comprendendo i suoi stati d’animo e le sue emozioni e allo stesso tempo
comprendendo le risonanze che questi provocano su di sé. Non è una forma di ascolto critico, il quale invece è finalizzato ad indagare l'altro, mettendo in evidenza difetti ed errori; l'ascolto empatico invece dà attenzione alle potenzialità dell'interlocutore.
Il rispecchiamento empatico consente
infatti all’altro di comprendere la presenza dell’interlocutore nella relazione,
condizione che dà la sensazione di essere ascoltato e compreso, pertanto la
comunicazione diviene efficace e capace di indurre benefici.
L’ascolto attivo consente di
evitare che i pensieri dell’altro diventino invasivi e limitanti delle proprie
attività, come conseguenza della sensazione di essere solo e incompreso.
Ascoltare dà l’idea che proprio disagio sia degno di attenzione, e questo è il
primo passo per promuovere cambiamento capace di generare benessere nella
persona.
Anche nel quotidiano è
possibile considerare alcuni suggerimenti per ascoltare in modo attivo ed
empatico l’altro:
- porre attenzione verso l’altro,
verso il messaggio verbale e non che intende comunicare, eliminando possibili
fonti di distrazione o di interferenza;
- essere e mostrarsi
disponibili verso l’altro, dimostrando di volere ascoltare e mettendo a
disposizione la propria presenza e il proprio tempo;
- dare attenzione agli stati
emotivi dell’interlocutore, mettendosi “nei suoi panni”
- dare attenzione ai propri
stati emotivi scaturiti dalla relazione, ovvero la risonanza emotiva da essa
provocata in sé stessi;
- lasciare parlare l’interlocutore,
evitando interruzioni con domande o risposte affrettate. Non è importante
offrire delle soluzioni o dei giudizi affrettati, quanto piuttosto “esserci”
nella relazione di ascolto e dando all’altro la giusta attenzione;
- evitare di “interpretare”
secondo le proprie idee, i messaggi dell’interlocutore, per evitare di
svalutare il suo intento e il suo bisogno;
- evitare di minimizzare il disagio
con atteggiamenti e frasi che possono trasmettere l’idea di non essere stato
pienamente compreso.

Rita bellissimo post. A volte basta essere ASCOLTATI per sentirsi meglio ed è questo uno dei presupposti con i quali è nato il nostro progetto in chat ed adesso qui, ovvero ASCOLTARE l'altro qualsiasi cosa abbia da dire, senza giudicarlo ma facendolo sentire accolto.
RispondiEliminaesattamente :)
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