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lunedì 27 aprile 2015

Bullismo: conoscerlo per combatterlo!

Sempre più frequentemente leggiamo notizie che vedono protagonisti ragazzi e ragazze vittime di violenza fisica o psicologica da parte di loro coetanei. Le statistiche sono in costante aumento. Una recente indagine condotta dal portale “Skuola.net”, riferimento per migliaia di studenti italiani, in collaborazione con la Polizia Postale, ha messo in luce come ben 1 ragazzo su 3 sia vittima di azioni di bullismo da parte di coetanei; i numeri sono poi in aumento al decrescere dell’età della vittima.
Il Bullismo comprende azioni di sistematica prevaricazione e sopruso, di comportamenti violenti, sia di natura fisica che psicologica, agite tra coetanei, un bullo (o aggressore) e una vittima. Un ragazzo è quindi vittima di bullismo quando “è ripetutamente esposto ad azioni offensive che compromettono il suo stato di benessere psico-fisico” (Olweus).
È un fenomeno abbastanza complesso e variegato, anche se dalla letteratura e dagli studi è possibile rintracciare alcune caratteristiche costanti di tali azioni:


  • è un comportamento intenzionale, tale per cui le molestie e le violenze sono agite con l’intento di provocare danno alla vittima;
  • i protagonisti sono bambini o ragazzi in età scolare;
  • è reiterato nel tempo;
  • presuppone un’asimmetria o un dislivello tra protagonisti, uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi la subisce. Tale dislivello inoltre crea difficoltà alla vittima anche rispetto la possibilità di difendersi e reagire ai sopprusi cui è vittima, spesso per paura di ritorsioni o a causa del senso di vergogna.




Le tipologie di bullismo

Esistono varie tipologie di bullismo, che possono essere distinte in bullismo diretto, che presuppone una relazione diretta tra vittima e bullo e in bullismo indiretto, caratterizzato invece dall’assenza di rapporto diretto tra i protagonisti, tale per cui l’intento delle azioni di violenza è spesso quello di ostracizzare ed emarginare la vittima dal gruppo dei pari.
Come già accennato, il bullismo è un fenomeno che può assumere varie forme. Può caratterizzarsi da: 

  •  violenze fisiche (calci, spintoni, sputi, aggressioni fisiche),
  • violenze verbali (offese, minacce, maldicenze, prese in giro, ingiurie),
  • violenze psicologiche (emarginazione, ostracismo),
  • cyberbullismo (invio di messaggi molesti, 
  • materiale indesiderato tramite dispositivi tecnologici come il cellulare o il pc).



La scuola sembra essere il contesto entro il quale sono più frequenti gli episodi di bullismo. Le statistiche evidenziano infatti che nel 57% dei casi le violenze avvengono all’interno degli istituti scolastici (27% in aula, il 14% nei corridoi e il 16% nel cortile). Il restante 43% delle violenze avvengono invece in altri contesti di aggregazione per i giovani.
Questo fa riflettere su come le azioni di contrasto al fenomeno del bullismo dovrebbero interessare in particolare la scuola, agenzia di socializzazione primaria per i ragazzi, ma anche contesto entro il quale possono verificarsi episodi che creano malessere.

I protagonisti del bullismo

Le vittime sono, in genere, ragazzi ansiosi ed insicuri, psicologicamente più vulnerabili, e per questo percepiti come più deboli dai coetanei. Talvolta soffrono anche di scarsa autostima, con difficoltà di autoaffermazione e di fronteggiamento delle situazioni problematiche. Sono caratterizzate da un modello reattivo ansioso o sottomesso, rinforzato negativamente dalle azioni di violenza cui si è vittima. Sono altresì inclini al senso di colpa e al senso di vergogna, fattori che alimentano il circolo vizioso della violenza.

I bulli sono invece ragazzi particolarmente aggressivi, ostili ed impulsivi. Tali atteggiamenti sono rivolti in particolare ai coetanei percepiti come più deboli.
Presentano un bisogno di dominare gli altri, si percepiscono in una posizione di superiorità, vera o presunta, e presentano una bassa tolleranza alla frustrazione. Sono caratterizzati da un modello reattivo-aggressivo, talvolta anche oppositivo.
Non sempre il bullo è colui che agisce la violenza. Specie in episodi di violenza e prevaricazione tra coetanei che si verificano in contesti di gruppo, è possibile identificare il cosiddetto bullo passivo, ovvero il seguace del bullo che agisce violenza, ma che partecipa in modo indiretto alla stessa.

Occorre comunque precisare che le cause di questo fenomeno sono da ricercarsi non solamente nei tratti personologici dei protagonisti coinvolti, ma anche correlati sociali, riconducibili in particolare a contesti familiari di provenienza. Spesso, dietro il comportamento di prevaricazione e di violenza, sussistono condizioni familiari non serene e disfunzionali.  Tali atteggiamenti possono essere letti anche come espressione di un disagio sociale o come richiesta di aiuto e di ricerca di attenzione, derivato da una inadeguato processo di socializzazione familiare. Gli studi sull'ambiente familiare del bullo evidenziano la predominanza di condizioni di lassismo educativo o, al contrario, di eccessivo autoritarismo.



Le conseguenze del bullismo

La rilevanza che il fenomeno del bullismo assume riguarda non solo i numeri cui le statistiche e gli studi costantemente ci presentano, in continuo aumento; ma soprattutto per l’incidenza che tali episodi possono avere sul benessere psico-fisico dei ragazzi che ne sono vittima.
Nelle vittime sono infatti frequenti disturbi psicosomatici (mal di testa, disturbi gastroenterici, enuresi, disturbi del sonno, disturbi dell’alimentazione) e psicosomatici (ansia, depressione, suidicio).



A tale proposito risultano fondamentali le azioni di prevenzione e i piani di intervento anti-bullismo, che andrebbero realizzate in sinergia tra la famiglie e scuole, tra genitori e insegnanti.
È importate creare nel contesto familiare e scolastico un clima positivo, accogliente e non rifiutante, rispondente alle esigenze del ragazzo e caratterizzato dalla partecipazione attiva e propositiva di ragazzi e adulti. Occorre creare un contesto in cui i ragazzi possano sentirsi liberi di rendere manifesto il proprio malessere, nell’intento di contrastare fenomeni come il bullismo, che generano ulteriore condizione di sofferenza.
Per i ragazzi vittime di bullismo uno dei più importanti suggerimenti è di parlare con i genitori e con gli insegnanti, non nascondersi dietro al senso di vergogna o alla paura di avere ritorsioni. Occorre non isolarsi e cercare aiuto da chi può offrire sostegno!



Olweus, D. (2001). Bullismo a scuola. ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono. Firenze: Giunti Editore.

1 commento:

  1. La madre di tutti i problemi è una deriva sociologica di stampo anarchico, che porta con se egoismo, e un crollo vertiginoso dei valori civili, morali e religiosi. Gli interventi di contenimento dei fenomeni sociali non dovrebbero limitarsi alla repressione, ma concentrarsi particolarmente sulla prevenzione, sulle cause, e sulla loro eliminazione: si spezza così la catena che è motore trainante del fenomeno stesso.

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